La visione binoculare singola (ovvero vedere una sola immagine con entrambi gli occhi) è un processo corticale per cui le immagini retiniche, provenienti dai due occhi vengono integrate e interpretate come una singola immagine. Ciò avviene poiché ciascun recettore retinico dell’occhio destro ha un corrispondente recettore nell’occhio sinistro, in modo tale che si percepisca uno stimolo unico. Questi punti corrispondenti sono detti fovee e il processo involontario che determina la visione singola dell’oggetto è detto fusione. Senza il riflesso di fusione avremmo una visione doppia (diplopia). Ma qual è la relazione tra visione binoculare e postura? In alcune piccole patologie oculomotorie e, in particolare, nei microstrabismi si determinano condizioni volte ad impedire la diplopia attraverso meccanismi di compenso per garantire la corretta fusione dell’immagine. Infatti quando vi è un difetto imputabile ai muscoli oculomotori intervengono altri muscoli, come ad esempio i retronucali (che si trovano dietro la nuca) così come quelli deputati alla cefalogiria (ossia i muscoli deputati al controllo del capo), che offrono un adattamento compensatorio ai muscoli oculomotori modificando la posizione del capo. A lungo andare ciò comporterà un risvolto posturale di tipo patologico che si manifesterà con un atteggiamento viziato della testa nei tre piani dello spazio, inoltre, a ciò potrebbero subentrare tutta una serie di patologie adattative (degli arti superiori, rachide, arti inferiori fino all’appoggio podalico) definite in questo contesto discendenti.

Dopo questa breve introduzione il nostro gruppo ha inteso sperimentare, in diversi campi, il ruolo del recettore oculare valutando come la modifica di quest’ultimo in correzione possa trovare riscontri positivi in ambito posturologico e sportivo migliorando, ad esempio, le performance dei tiratori del piattello e , viceversa, valutando come una modifica in distorsione (in questo caso si è procurato un cambiamento degli assi visivi peggiorando la convergenza in soggetti sani) possa essere utile al lavoro dei grafologi. In quest’ ultimo periodo abbiamo seguito un gruppo di tiratori del piattello approntando un protocollo (ancora in fase di elaborazione). In un ambiente oscurato si è proceduto alle valutazioni oculomotorie di diversi soggetti tiratori, distinguendo i destrimani dai mancini, non includendo nel test quelli ortoforici (con corretta convergenza degli assi visivi), mentre coloro che presentavano disturbi degli assi visivi sono stati inseriti nel gruppo dello studio osservazionale  ma, per questioni di tempo e di ambiente poco confacente è stata eseguita la valutazione al Sig. D.P.G, mediante la standardizzazione dei parametri (iniziali).Di seguito i parametri presi in considerazione.

POSIZIONE DEI PIEDI

Abbiamo posto le due pedane stabilometriche/posturometriche tra un triangolo isoscele, la cui altezza è di cm. 34 mentre la base è di cm. 14; in tal modo abbiamo valutato l’andamento dei baricentri effettuando il test sia senza correzione che con correzione dell’asse visivo.

L’idea nasce da test effettuati dai quali si è evidenziato che, in soggetto con asse visivo deviato e sottoposto a correzione, la linea isoelettrica (ovvero quel tracciato che registra i movimenti di oscillazione dei pazienti che effettuano l’esame stabilometrico, in base al quale si possono valutare svariati parametri) è stata più regolare (ha evidenziato meno spot). Inoltre i movimenti latero/laterali (oscillazioni del paziente sul piano verticale, asse X) sono più lontani dallo “0”  (1,8; – 34).

VALUTAZIONE DELL’ANDAMENTO DEI CARICHI

Il test effettuato con la correzione oculomotoria ha evidenziato minore tensione dell’andamento dei carichi del piede destro, così come di tutto l’emisoma destro (parte destra del corpo). Anche la valutazione della statistica del centro di postura ha evidenziato che la varianza (ossia un parametro rilevato dalla pedana che ci fornisce informazioni sull’armonia tra le parti del corpo) risulta più omogenea con il test effettuato con correzione, mentre sia l’oscillazione che l’ampiezza risultano minori, da ciò possiamo dedurre una maggiore stabilità del paziente.

La standardizzazione e misurabilità degli assi visivi e del conseguente adattamento posturale, attraverso gli strumenti di cui disponiamo, ci aprono la strada verso nuove applicazioni diagnostiche e terapeutiche, in modo tale da fornire ai pazienti, sportivi e non, le soluzioni più efficaci ai loro problemi di postura.

Gaetano Agliata Presidente A.I.P.U.

Anna Caiazzo

Massimiliano Mosella

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