Tanto tempo fa, in una masseria, nacque un bambino di nome Giovanni. Si narra che, nel momento in cui venne al mondo questo piccolo bambino, si udì una musica così bella e soave che fece accorrere tutti gli animali che vivevano nei dintorni. In un attimo, iniziò una grande festa con musiche, canti e danze alla quale, oltre ai tanti simpatici animaletti, parteciparono anche numerosi angioletti scesi dal cielo, nonché naiadi, ninfe e divinità, venute dai campi, boschi e selve vicine. Il bambino cresceva bene e, non appena fu in grado di camminare, iniziò a vivere gran parte della sua giornata nel giardino, nella campagna e nella selva, dove era solito giocare con tutte le bestioline che incontrava per la sua strada e per i solitari e incantati sentieri. I suoi migliori amici diventarono i cani, i gatti, i conigli, i pulcini, gli scoiattoli, i ranocchi, i piccioni, le lucertole e perfino le volpi, con le quali, spesso, trascorreva giornate intere a correre in mezzo ai boschi di querce, olmi, ginestre e castagni. Il piccolo Giovanni, sempre in compagnia dei suoi simpatici amici, imparò anche a fischiare e a cantare come gli uccelli, ma quando raggiunse i sei anni di età, dovette andare a scuola. Fu per lui un grande dispiacere rinunciare a quella vita e anche a tutti quegli amici che, ormai, non poteva più andare a trovare perché troppo lontani. Capì, comunque, che studiare era importante per il suo avvenire e, infatti, si impegnò con una tale volontà e una tale determinazione che riuscì a completare tutti i suoi studi, fino a diventare un Comandante della Polizia. Questo, però, non gli impedì, nell’arco della sua vita, di pensare ai suoi coniglietti, ai suoi piccioni e a tutti quei simpatici animaletti domestici con i quali trascorreva tutti i momenti liberi, dopo aver studiato e lavorato nei campi. Sì, perché Giovanni era figlio di un modesto contadino e aveva una famiglia numerosa. Il bel bambino, quindi, ogni giorno, dopo aver terminato i compiti, doveva aiutare il papà e i fratelli nei lavori della campagna, della selva e delle stalle, sempre piene di maialini, vitelline, coniglietti, pulcini, cani e gattini. Nonostante fosse molto faticoso, lo faceva sempre volentieri, soprattutto perché amava tantissimo i suoi amici animaletti. Il suo migliore amico diventò, infatti, un coniglietto dal pelo bianco e dal ciuffo rosa sulla testa, di nome Mimì. Ormai Giovanni e Mimì erano diventati inseparabili: ogni giorno il piccolo Giovanni, tra i suoi vari impegni, chiamava il coniglietto per dargli un filo d’erba e questo, puntualmente, gli leccava il ditino come segno di ringraziamento. Il tempo trascorreva e Giovanni, ormai diventato grande, terminò i suoi studi scolastici. Iniziò quindi a frequentare l’Università, quando fece amicizia con una lucertolina, che ogni mattina usciva dalla tana e andava a prendere il sole sul davanzale della finestra dove egli studiava. Dopo alcuni giorni di convivenza, la lucertola non fu più capace di cacciare, abituata ormai a mangiare solo le mosche e le formiche che le procurava Giovanni. In compenso lei gli faceva compagnia tutto il giorno, dormendo sopra il tavolo dove egli studiava o arrampicandosi sulle sue ginocchia e perfino sulle spalle e sulla testa, per dimostrargli il suo affetto e gratitudine. Nonostante il passare degli anni, Giovanni, oggi nonno di due bellissimi nipotini, non ha mai dimenticato i suoi meravigliosi amici e porterà per sempre con sé il ricordo di quei dolcissimi anni vissuti con loro. Ritornato nella sua campagna, ha ripreso a curare il suo orticello e trascorre il suo tempo scrivendo libri, racconti e poesie, molti dei quali sono dedicati ai suoi amici animaletti.

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