Il giorno prima della ricorrenza le befane di tutto il mondo si riunirono on line.  Fu difficilissimo per loro approcciare a questa tecnologia ma era l’unico modo per vedersi e pensare ad una strategia comune. Discussero a lungo sul da farsi: l’atavica professione era in crisi e bisognava trovare una soluzione. Il nemico numero uno era il mago rosso, che avviluppava ogni città ed impediva di circolare liberamente. Si trattava di un divieto da non infrangere: non si poteva volare sulle scope e nemmeno atterrare per portare i doni ai bambini. Niente più piazze da inondare di giocattoli e dolciumi, niente più foto, niente feste, nessun divertimento. Intanto i piccoli avevano appeso le calze variopinte, preparato biscotti, latte e bicchieri di vino per l’arrivo delle adorabili vecchiette. Già guardavano in aria sognando, felici come in ogni anno trascorso, mentre i genitori erano molto preoccupati per quel colore, che paralizzava ogni luogo. Le befane discussero a lungo, fecero proposte, poi pensarono ad una qualche magia per superare gli ostacoli, ma anche le fate, ubbidienti, stavano tappate nelle loro casette.

«Accipicchia, ricorriamo all’astuzia, siamo sempre streghe!», esclamò, Melina, la più giovane, con accento napoletano. «Dobbiamo pur mangiare e voleremo sulla terra con la scusa di fare la spesa: in questo modo seguiremo le regole e nessuno potrà fermarci!»

Il suo consiglio fu come un raggio di sole nel buio e fu accettato all’unanimità: le befane planarono sulle città del mondo e riuscirono a portare i doni ai bambini. Melina, però, fu fermata da un solerte vigile, che subito le mostrò il verbale della contravvenzione. «Mi faccia vedere l’autorizzazione» le intimò.

«In vita mia nessuno mi ha mai chiesto di scrivere», rispose polemica.

«Ah, sì, allora sarà multata, se non mi dice subito perché vaga per strada.»

«Sa che oggi è il giorno della Befana?»

«Non è un buon motivo, abbiamo disposizioni precise, deve rispettare il protocollo per la sicurezza!»

Melina decise, allora, di giocare l’ultima carta, mentre arricciava il naso adunco.

Estrasse dal sacco un pezzo di gorgonzola e disse con voce suadente «Non ho mica la faccia di una che trasgredisce, a questo punto le dirò la verità, mio caro, ho fatto un po’ di spesa, giusto per il pranzo ed ora volo subito a casa».

«Ah, se le cose stanno così, può andare, ma si affretti, si affretti… e che questa uscita sia l’unica!»

Rispose l’uomo, disgustato dal forte odore del formaggio, che sapeva di piedi.

La befana ridacchiò, aggiustò il cappellaccio e si scrollò di dosso la fuliggine.

Ormai aveva completato, come le sue colleghe befane, la sua missione: aveva portato regali e dolcetti a tutti i suoi bambini!

06.01.2021

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