Sofia, la protagonista del romanzo “La linea del fronte” di Aixa de la Cruz (Perrone editore) si trasferisce, con

un trolley pieno di libri, nella casa di villeggiatura dei genitori a Laredo, un accogliente e grazioso villaggio di pescatori sulla costa cantabrica.

 Qui si dedica alla tesi di dottorato su Mikel Areilza, scrittore basco, appassionato di teoria teatrale, membro dell’Eta e morto suicida. Il paesaggio di Laredo è descritto con cura minuziosa di ogni particolare: la lunga spiaggia sabbiosa, il mare, per lei dono di quiete e calma, mentre le acque risplendono placide e in cielo non si muove una nuvola. Descrive il porto, il labirinto delle rùas, le tradizionali stradine lastricate di ciottoli.

La casa di famiglia è grande e divisa in due aree da un grande salone.

La studentessa vi ritrova dettagli di vita rimasti intatti, molti oggetti della sua infanzia, in particolare, rastelli, secchielli, palle da tennis.

E’ sola in questo percorso intriso di nostalgia, le uniche presenze sono quella del portiere, che le elenca i propri compiti come quello di potare le rose e raccogliere la spazzatura e un misterioso, stravagante vicino.

Lo studio della tesi si intreccia con la triste vicenda di Jokin, il fidanzato che ora è in prigione nel penitenziario di El Dueso, che si vede dalla terrazza della casa e che “ha l’indice di fughe più basso dell’intera Spagna”.

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