Pace sociale 10/11: Dal principio egoistico competitivo di prevaricazione al principio altruistico collaborativo di amore

Nel mondo moderno si assiste, ormai da tempo, ad un trend storico. Uno dei modi più brutti che lo spirito di prevaricazione attua nei popoli è quello di colpire le persone, contemporaneamente ed in modo interconnesso, nelle tre sfere interconnesse soggettive di ciascun individuo, razionale, emotiva e spirituale, cosi determinando effetti su rapporti sociali degli individui e quindi sulle tre sfere interconnesse collettive delle persone, nei rapporti politici, economici e sociali, ai tre livelli interconnessi sociali, comunità, famiglia ed individuo.  Tale spirito di prevaricazione non fa altro che spingere all’egoismo soggettivo competitivo che come tale non solo genera divisione e conflitto con gli altri nei rapporti sociali ad ogni livello ed in ogni settore, ma pone la persona in un conflitto con sé stesso andando a danneggiare la persona che va intesa sia come singolo soggetto, colpendone la ragione, il cuore e l’anima, sia come singolo nei rapporti sociali personali, con i parenti, la famiglia, gli amici, sia nei rapporti politici, economici e sociali, poiché l’uomo è un “animale sociale” come lo definiva Socrate. La dimensione sociale per l’uomo è fondamentale, per cui ogni società tende a compattarsi su regole, religiose, morali, giuridiche, in generale regole sociali, che la società si da per poter garantire la pacifica e produttiva convivenza fra uomini felici, per cui tali regole, nel momento in cui sono giuridiche, tutelano principi, valori e bisogni fondamentali che si concretizzano in diritti ed obblighi che si materializzano in libertà del singolo libertà che si limitano laddove iniziano le libertà degli altri, sulla base di un principio di giustizia universale che si chiama rispetto. E da questo rispetto reciproco, sulla base di regole fondamentali condivise (Kelsen- Grundnorm o Norma Costituzionale), che si formano le regole giuridiche che rendono possibile la convivenza dei consociati (Santi Romano – Ubi societas, ibi ius, cioè laddove c’è un gruppo di individui, questo si da delle regole per poter convivere pacificamente) in una società dove nessuno è al di sopra della legge (Principio di legalità) dinanzi alla quale siamo tutti uguali e servi nel senso che la rispettiamo poiché la consideriamo come garante della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza fra i consociati. Se la legge è giusta allora il sistema complessivo, fatto di forze politiche, economiche e sociali, funziona e genera una società che a livello individuale, collettivo e come popolo è felice. Lo spirito di prevaricazione, essendo egoista, spacca la compagine sociale con l’odio, che crea conflitti violenti, e con l’indifferenza, che è già una forma di violenza, che provoca scontri politici, economici e sociali, a livello di popolo, comunità e famiglie, andando a colpire la ragione, il cuore e l’anima dell’individuo che, scegliendo una forma mentis egoista, si rinchiude in sé stesso e propaga comportamenti antisociali che generano una reazione egoistica degli altri consociati, per cui alla fine emerge, come un cancro, il fenomeno dell’atomismo sociale: una società dove i legami umani da forti si fanno deboli, poi liquidi e poi virtuali, con un distacco non solo dagli altri ma da sé stessi che danneggia l’individuo, le famiglie e la società, e non può esistere in un democrazia la cui caratteristica è la libertà come partecipazione (Gaber), per cui è necessario  un ritorno al contatto reale con la realtà anche nei suoi aspetti difficili (Pasolini), una visione di pace che a Napoli ha radici profonde come in Luciano De Crescenzo la cui filosofia intellettuale come forma mentis si accompagnava ad un modus operandi semplice e pratico per renderla accessibile a tutti, in modo concreto. Questo mix di egoismo, atomismo sociale e distacco dalla realtà ha provocato danni enormi a livello politico, sociale e culturale e costituisce un pericolo per la pace. A ciò si aggiunge una perdita di valori come punti di riferimento, dovuta ad una società sempre più atea, che cade in tal senso nel nichilismo esistenziale con la sua carica di relativismo per cui si può dire “tutto ed il contrario di tutto”, e scompare il concetto oggettivo di bene e di male come sancito dalla religione, dall’etica e dalla morale, ed il giusto diventa ciò che è soggettivamente utile, poiché il materialismo edonista di una società dell’immagine spinge alla regola dell’egoismo competitivo assoluto: “fa ciò che vuoi e fallo solo per te stesso” tipica dello spirito di prevaricazione, che riduce l’uomo ad una cosa che ha valore sulla base dei parametri economici di produttività, cioè di efficacia, efficienza ed economicità, in una competizione senza regole o con pseudo-regole, che altro non è che una guerra perenne in tempo di pseudo-pace, in cui alla fine vince il più forte, generando un diritto ingiusto che legittima, ricrea e consolida la società del privilegio, dove chi è ricco è libero e diventa una persona molto importante (VIP) e chi è povero è schiavo e finisce nel cestino della società dello scarto. Ho chiamato tale fenomeno di corruzione esistenzile, che porta l’uomo a perdere il proprio intrinseco valore come dignità umana, la normalità del male, poiché dato come presupposto che l’egoismo divide per prevaricare e per questo genera un individualismo competitivo, come fonte di odio ed indifferenza, e che tale egoismo sia il male che porta alla prevaricazione, allora la buona notizia è, nella sua complessità molto semplice, ritornare ad una visione fondata sull’altruismo che unisce per prendersi cura della natura e degli altri, che vede l’individuo come parte di una collettività che collabora, sulla base dell’amore come legame umano e dell’empatia, che porta alla fraternità le persone. Questa è la chiave di volta per riedificare la pace nelle persone, nei rapporti fra le persone e fra i popoli. Riedificare la pace sarà un processo lungo e difficile, che coinvolge l’individuo come singolo soggetto ed i diversi gruppi sociali, a diverso livello, e nell’ambito dei campi interconnessi della politica, dell’economia e della società. Ciascuno può dare il suo contributo, ed a conclusione di tale serie di articoli sulla pace politica, economica e sociale, che costituiscono una analisi dei meccanismi presenti nella storia, in generale, ed in particolare in questo momento storico, gli articoli finali saranno dedicati alle possibili soluzioni da attuare, nei campi oggetto di studio, proponendo buoni consigli, idee e progetti positivi e propositivi di un cambiamento nel segno della speranza.

17/2/2023

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