Pace sociale 9/11: ritornare al lume della logica, al calore del cuore e alla luce dell’anima

Diceva Socrate che l’uomo è un “animale politico”, poiché non solo necessita degli altri per necessità cioè per poter sopravvivere, in un ottica quasi utilitaristica dei rapporti con il prossimo, ma poiché non è fatto per stare da solo e trova la felicità nel rapporto con gli altri cioè nel reale contatto con il prossimo. Non si cambia da soli il mondo, il mondo lo si cambia insieme, e un sogno di una sola persona resta tale, ma quando è condiviso in senso reale, allora cambia la realtà, la edifica, e da sogno diventa realtà, motivo per cui Matin Luther King iniziò il suo celebre discorso con la frase “I have a dream”, cioè “io ho un sogno”, proponendo un’idea, un progetto, una visione di un mondo migliore da costruire insieme. Invito i lettori, in particolare i più giovani, a riflettere sul discorso che inizia così:

« Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi! »

Il discorso venne pronunciato a Washington, davanti al Lincoln Center, il 28 agosto del 1963, durante una grande marcia per il lavoro e la libertà, un discorso che venne improvvisato, mettendo da parte quello che era il discorso ufficiale scritto, laddove le idee di Martin Luther King, insieme ai suoi progetti e alla sua visione, al suo sogno, divennero parte di un sogno più grande: “il sogno americano”, un sogno che ricorda i valori in comune con l’Europa, di libertà, uguaglianza e fratellanza, frutto della Rivoluzione Francese. Il discorso di Martin Luther King fu pronunciato sotto la statua di Abraham Lincoln, che prima di diventare Presidente degli USA ed abolire la schiavitù, non era altro che un uomo di umili origini, che fece il mozzo, il carpentiere, il garzone, poi il soldato ed infine divenne avvocato, abilitandosi alla pratica forense con studi irregolari, da autodidatta, studi su cui fondò la sua tesi antischiavista, sulla base di un principio umanitario e democratico: “I nuovi stati liberi sono le terre dove possono andare i poveri per migliorare la loro condizione”. Una condizione di mancanza di diritti e di libertà, e quindi di giustizia,  nella quale nei secoli gli uomini hanno preso parte, coltivando grandi sogni, superando grandi divisioni per difendere comuni valori universali, come nel mondo Greco, alle Termopili, ed anche andando contro il loro personale interesse, come nella storia di Roma, con Caio e Tiberio Gracco. Si dice che la storia sia scritta con varie penne: con quella delle idee politiche, degli interessi economici, dei legami sociali, o da invenzioni di singoli individui, etc. Eppure, se si sfoglia un libro di storia si nota come vi sia una sorta di lotta fra uno spirito egoista e prevaricatore ed uno spirito altruista e fraterno e come il primo attacchi, dividendo, ed il secondo risponda, unendo, in una distinzione che il diritto conosce bene fra valore della forza che difende e disvalore della violenza che offende. E come un senso di giustizia permei la storia, per cui gli uomini scelgono se schierarsi da un lato o l’altro della storia in caso di conflitto, un conflitto che talvolta si risolve grazie a uomini che vincono le sfide storiche a favore della giustizia in campo politico, economico e sociale grazie a strumenti totalmente pacifici, come la legge in politica, le attività commerciali a fini sociali in economia, ed ogni forma di idea, progetto o visione culturale che maturi nel tessuto della società ed apporti un miglioramento in termini di giustizia. La storia è lo strumento ideale per narrare alle generazioni di oggi quale strada intraprendere per costruire la pace nel mondo, poiché la storia contiene la storia di tutte le materie e quindi il massimo degli input interconnessi possibili, capaci di motivare i giovani a reagire ad uno degli effetti più devastanti dell’emergere dello spirito di prevaricazione nei suoi corsi e ricorsi storici, con la sua oscurità che porta fretta, ansia, stress, demotivazione, avvilimento, tristezza, depressione, e contro la quale è necessario rispondere nel modo giusto, con la forza delle parole, delle idee e dei progetti, offrendo una visione di speranza concreta e praticabile dopo decenni di annegamento del concetto di anima nel nichilismo esistenziale demotivante, spegnimento del lume della ragione che ha sostituito la logica del bene con la logica corrotta dell’utile economico e si ritrova con un conto economico razionale dove 2+2=5 ed un disastro ambientale, e ragiona dicendo che il primo fatto è vero ed il secondo è falso anzi non esiste, secondo la logica dei sofisti, e dopo decenni di pessimismo di passioni tristi ed avvilenti, volte a paralizzare ogni forma di libero pensiero e dissenso, si corrompono in particolare i giovani che, per sedare il vuoto esistenziale, finiscono nelle droghe ed in farmaci che a tutto servono tranne che a curare.

13/2/2023

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