L’appello dell’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia ai giornalisti: spazio alle buone notizie come fonte di serenità e speranza

La lettera dell’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia pubblicata il 30 giugno 2022 sul sito della Chiesa di Napoli è un appello rivolto ai giornalisti e a tutti coloro che operano nel settore dell’informazione a dare spazio alla cronaca bianca, un invito a “comunicare di più e meglio il tanto bene che c’è nella nostra città e nella nostra arcidiocesi, dandogli importanza, facendolo conoscere affinché si moltiplichi e si diffonda, sostenendo chi è sopraffatto dalle tante cattive notizie, dando coraggio a chi vorrebbe essere più solidale ma teme di ritrovarsi solo, spronando al bene coloro che si sono rassegnati al male perché convinti che esista solo quello”.

Un ringraziamento dell’arcivescovo a tutti coloro che operano nel settore dell’informazione facendo conoscere ciò che accade a Napoli e nel mondo, non voltandosi dall’altra parte ma denunciando il malaffare con lo stesso coraggio di Giancarlo Siani.

La lettera, nella sua semplicità, esprime una visone complessa, che riguarda non solo i cristiani, laddove l’arcivescovo cita il teologo protestante Karl Barth che affermava che un cristiano dovrebbe “tenere in mano il Vangelo e nell’altra il giornale”, un invito universale “ad accogliere la scala di colori di cui è fatta la vita”, ricordando la canzone di Pino Daniele Napul’è mille culure, mille colori che richiedono di “dare più spazio alla cronaca “bianca” facendo conoscere ed esaltando il tanto bene e la tanta bellezza che c’è nel mondo, iniziando dalla nostra città”.

Il titolo della lettera è “Siate sempre più avversari dell’assurdo e profeti del significato”, “nemici di ogni male e amici fedeli del bene!”, un concetto complesso che richiama da un lato alla responsabilità coloro che operano nel settore dell’informazione che attraverso i mass media entrano nelle case, nella mente e nei cuori delle persone influenzandone il pensiero, la parola e l’azione, e dall’altro sottolinea l’importanza di chi opera nella comunicazione, persone come Giancarlo Siani che hanno mostrato con la loro vita il coraggio della speranza.

La lettera di Don Battaglia è un punto fondamentale della storia della città, in un momento di rinascita per Napoli, in cui è necessario dare più spazio alle buone notizie, informare di più e meglio i cittadini su tutte quelle attività sociali, culturali, economiche presenti sul territorio in un’ottica di partecipazione attiva e concreta  al bene della comunità.

Notizie di luce, cronaca di luce che informi sul bene, “facendolo conoscere affinché si moltiplichi e si diffonda, sostenendo chi è sopraffatto dalle tante cattive notizie, dando coraggio a chi vorrebbe essere più solidale ma teme di ritrovarsi solo, spronando al bene coloro che si sono rassegnati al male perché convinti che esista solo quello”.

La lettera porta un messaggio universale di speranza, che ricorda “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro me” di Kant, ricorda il presedente Pertini che in un’intervista ed Enzo Biagi, in un momento difficile della storia del paese, consigliava di “guardare al futuro con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”, invita a riflettere su quel “mare nero dell’indifferenza” di cui parla Liliana Segre, riporta alle riflessioni di Pasolini sul conoscere le persone e i posti in cui trascorrono la loro vita fra lacrime e speranze, con una continuità che ricorda il titolo del libro di Crescenzio Sepe “Non rubate la speranza”, ricorda Gaber nel testo de La libertà dove la democrazia è partecipazione.

Don Battaglia sottolinea l’importanza di dare spazio alle notizie di luce, un giornalismo nuovo fatto di notizie non solo positive ma propositive, capaci di far conoscere e proliferare il bene, di coinvolgere le persone nelle attività concrete e reali sul territorio, invitandole a vivere la vita reale ed uscendo fuori dal quel nichilismo pessimista di cui parla Galimberti, quell “ospite inquietante” troppo spesso propagato dai mass media a causa di algoritmi che premiano il rumore delle sterili e dannose polemiche togliendo forze, tempo e spazio a quella cronaca di luce, spesso silenziosa, ma in grado di offrire occasioni di riscatto, di salvare vite ed esistenze, citando l’Ultimo concerto presso lo stadio un tempo chiamato San Paolo, di liberare le “rondini al guinzaglio” e far rinasce Napoli ad una nuova primavera.

La lettera di Don Battaglia è scritta non solo con la mente e con la mano, è scritta con il cuore, e “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, è un appello a dare spazio alle buone notizie che portano un ottimismo concreto, creano occasioni, interessi, relazioni umane reali, voglia di vivere la vita consapevoli che il male esiste, ma scegliendo di fare la propria parte per il bene, un messaggio chiaro a chi opera nel settore dell’informazione a coltivare concretamente le occasioni di speranza, poiché senza speranza viene meno la capacità di immaginare, progettare e costruire un futuro migliore: le buone notizie positive e propositive sono il giornalismo della speranza, un invito contenuto nella fine della lettera di Don Battaglia:

“Abbiamo tutti bisogno di racconti di luce, di storie di bellezza, di profezie del bene. E la nostra Napoli ne è piena. Se ne volete subito una prova non richiesta, basterebbe una passeggiata tra i tanti oratori estivi, che vi confermerebbe quanto vi dico in un batter d’occhio. E darebbe sollievo alla vostra penna e speranza ai vostri lettori.

Grazie amici giornalisti, grazie per quello che fate attraverso le pagine dei giornali, gli schermi delle televisioni, la rete internet con i tanti siti di informazione che contiene. Siate sempre più avversari dell’assurdo e profeti del significato, nemici di ogni male e amici fedeli di ogni bene!”

Le buone notizie positive e propositive, che mostrano il bene, uniscono le persone nelle diversità, creando occasioni di dialogo costruttivo, di conoscenza e di crescita, in progetti concreti che uniscono in amicizia le persone e sono in grado di cambiarne la vita, fatta di mille colori, facendo uscire tutti, non solo più i giovani, dalle tenebre del nichilismo, sono come pioggia per “i fiori nel deserto” ricordando Pino Daniele e ricordano la “Storia di un’anima”, poiché sono come “una cascata di rose che piovono sulla terra”.

04.07.2022

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