Stazione Zoologica Dohrn: 150 anni di studio, ricerca e tutela del mare

La Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine,  ha festeggiato i 150 anni dalla sua fondazione, con un meeting svoltosi nei giorni 6 e 7 luglio 2022 al quale hanno partecipato personalità di spicco del mondo scientifico, accademico, del settore della ricerca e studenti, con una conferenza dedicata ai “150 anni di Scienza presso la Stazione zoologica Anton Dohrn: valorizzare il passato per progettare il futuro”.

La Stazione Zoologica Dohrn è l’istituto indipendente di biologia marina più antico al mondo, attualmente fra i primi dieci a livello globale, vanta 20 premi Nobel e una rete di sedi e personale di ricerca di natura internazionale impegnati nello studio e nella tutela del mare.

Un incontro necessario a difesa degli ecosistemi marini come bene comune, per pianificare le attività scientifiche costruendo uno sviluppo sostenibile per tutti i popoli, obiettivo primario che vede la tutela del mare come elemento fondamentale per la difesa della casa comune terra, riprendendo l’Enciclica Ludati Si’ di Papa Francesco e gli obiettivi dell’ONU che dedica il decennio 2021-2030 proprio alla ricerca sugli oceani per uno sviluppo sostenibile.

In un’ottica di rinascita del pianeta la tutela dei mari e degli oceani ed il ripristino degli ecosistemi marini assume un ruolo fondamentale nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), dato che il mare costituisce la principale fonte di produzione di ossigeno sulla terra, dovuta alle dinamiche ecosistemiche della flora e della fauna marine, minacciate dallo sfruttamento intensivo della pesca industriale e dall’inquinamento dovuto ai rifiuti in plastica, dall’uso della chimica ed altri svariati fattori.

Dalla tutela del mare come risorsa economica dipende direttamente la vita di miliardi di persone, in continenti come l’Africa dove la pirateria è spesso il frutto della disperazione di pescatori che non hanno altra fonte di reddito, e causa di flussi migratori e conflitti, di instabilità dovuta ad un ingiusto sfruttamento globale delle risorse.

Gli oceani mitigano il clima evitando danni che da ambientali diventano economici e sociali.

La difesa del pianeta come bene comune per eccellenza, come casa di tutti, parte proprio dal mare e Napoli ha tutte le conoscenze, competenze e capacità per affrontare la sfida del secolo: la salvezza del pianeta, e contribuire a sciogliere il “Nodo di Gordio Globale”, per cui quanto più si danneggia l’ambiente, tanto più aumenta l’ingiustizia globale nella redistribuzione del reddito, generando instabilità globale, flussi migratori ed infine guerra, che aggrava la situazione, come un serpente che si morde la coda, un uroboro, un meccanismo autodistruttivo che può essere fermato a partire dalla pace come presupposto di un tavolo per difendere l’ambiente, nell’interesse globale di tutti.

Il titolo della conferenza è significativo, poiché si parla di “valorizzare il passato per progettare il futuro”, di trovare nelle radici la soluzione per costruire un futuro migliore. La storia della fondazione dell’acquario di Napoli è un esempio mirabile da cui poter trarre spunto.

La Stazione Zoologica fu fondata dallo scienziato tedesco Anton Dohrn nel 1872, con l’obiettivo di raccogliere fatti ed idee che confermassero le teorie di Darwin, e con l’intento di creare un centro facente parte di una rete di stazioni di ricerca dove i biologi marini potessero trovare un tavolo di lavoro già pronto, con un laboratorio, servizi, prodotti chimici, riviste e libri.

Promosse la natura internazionale della Stazione e utilizzò diverse strategie e modalità per garantire che il centro di ricerca fosse indipendente economicamente, e quindi fosse libero dalla politica, a tutela della libertà di ricerca.

Una storia affascinante che vede Dohrn non solo come semplice scienziato, ma come mente illuminata e creativa, una mente al contempo riflessiva e pragmatica, che realizzò diverse strategie per promuovere lo sviluppo della Stazione. Dalla organizzazione di tavoli di ricerca, ovvero affitti annuali di spazi, strumenti e servizi di ricerca per attrarre studiosi da tutto il mondo, garantendone la completa libertà di ricerca, alla vendita di campioni e preparati biologici per la conservazione di animali marini, frutto dell’inventiva dello zoologo napoletano Salvatore Lo Bianco. Dohrn donò la propria biblioteca alla Stazione e utilizzò diversi strumenti affinché si arricchisse costantemente  di pubblicazioni scientifiche. Inoltre, attraverso la collaborazione con la Zeiss, produttori di microscopi, riuscì a garantire sempre i migliori strumenti di ricerca alla Stazione.

Questo spirito costruttivo continua nel nuovo polo culturale della Stazione Zoologica Dhorn, il DaDoM, Museo Darwin-Dohrn, frutto del processo di restauro e riqualificazione della Casina del Boschetto, nella Villa Comunale, struttura che ospitò il Circolo della Stampa, per poi cadere in disuso, ad oggi museo che offre ai visitatori un viaggio alla scoperta delle teorie evolutive, partendo dalle forme primordiali di vita comparse negli oceani oltre tre miliardi di anni fa e mostrando, attraverso una raccolta di fossili, come sono mutate attraverso le diverse ere geologiche.

Non si tratta, quindi, di un semplice museo, bensì di un vero e proprio polo culturale, scientifico e didattico, di circa 900 mq inserito in uno spazio all’aperto di 2500 mq, un’area importante che è stata recuperata dal Comune di Napoli per perseguire lo scopo di “rafforzare nella Villa le presenze naturalistiche, scientifiche, culturali e didattiche”, motivo per il quale l’immobile è stato affidato nel 2015 alla Stazione Zoologica Anton Dohrn, che ha sostenuto i costi dell’intervento con il supporto del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Il polo scientifico da poco inaugurato può svolgere quell’attività di propulsione culturale come motore di attività concrete sul modello Dohrn, che sappiano unire nella diversità la mentalità scientifico-umanistica allo spirito pragmatico-imprenditoriale, entrambi tipici della cultura napoletana, radicata nella tradizione ed aperta all’innovazione, creando quella visione nuova, ecologica, sostenibile, capace di far girare l’economia non sfruttando le risorse ma valorizzando i territori, per cui la tutela dei mari e degli oceani ha una sede principale, Napoli, una delle poche città che, per le sue caratteristiche storiche, nei secoli, ha costantemente e tenacemente superato il conflitto fra la visione globale e non globale e di fatto porta avanti da secoli la “visione glocale”, che “valorizza il passato e progetta il futuro”, un futuro in cui Napoli, a partire dalla Stazione zoologica Dohrn, ha già un ruolo fondamentale nella tutela e rinascita dei mari e degli oceani.

11.07.2022

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