Pace sociale 8/11: Un dialogo di speranza, che unisce tutti su idee, progetti e visioni nella cura dei beni comuni

Se la guerra viene dal concetto di divisione che genera un conflitto egoistico competitivo fra le persone allora, per portare la pace, è necessario trovare temi universali che uniscano tutte le persone nella cura dei beni comuni, come fonte di un dialogo collaborativo costruttivo, poiché fondato su un comune principio, valore, bisogno, interesse concreto a livello individuale, familiare, di quartiere, di comunità, nazionale e transnazionale, dialogo concreto che proponga ed attui idee, progetti e visioni condivise, positive e propositive di una rinascita che da personale diventa collettiva poiché a vantaggio di tutti.  Veniamo bombardati da parole di odio, discorsi egoistici, indifferenza apatica diffusa, le tre radici del male che portano al falso successo come esaltazione dell’ego egoistico che per vincere prevarica gli altri, mentre al contrario si dovrebbe educare i giovani ai grandi temi, alle grandi sfide, in una visione nuova di tipo collaborativo in cui il vero successo nella vita è “prendersi cura di sé stessi prendendosi cura degli altri”, tagliando i pesi che affliggono sé stessi per rafforzarsi e poter quindi tagliare  i pesi degli altri, sciogliere quei nodi politici, economici e sociali che sono una ingiustizia che come tale porta alla guerra. Educare allo spirito di fraternità, che unisce nelle diversità, sui beni comuni come unitivi di un comune interesse, come antidoto a quello spirito egoistico, divisivo e di prevaricazione, che usa le diversità come foriere di conflittualità. Educare all’ascolto e alla comprensione che porta al perdono e alla soluzione delle ingiustizie prima che la rabbia diventi rancore, avvalendosi della propaganda fondata sulla esasperazione della paura, della rabbia e della tristezza, specialmente dei giovani che cadono nel nichilismo esistenziale, privi di valori, sono barche nella tempesta e fragili case prive di fondamenta, facile preda dell’ansia, che porta lo stress, e quindi a fenomeni diffusi di depressione. La guerra è portata dal potere, ma il potere senza propaganda non ha effetto sui popoli, non riesce a plagiarne la ragione ed il cuore, per cui ciascuno uomo può “difendere il proprio cuore” difendendo gli occhi da immagini violente, le orecchie da discorsi e canzoni che cantano l’odio, dal rumore frenetico, un inquinamento acustico che anestetizza e turba il cuore. Se la mente è tranquilla anche il cuore lo sarà e la guerra sarà già vinta dalla pace in sé stessi. Meno parole, meno rumore, rallentare i ritmi di vita disumanamente frenetici, spazi di silenzio, all’aria aperta, in parte da soli, per avere il tempo di riflettere, in parte con gli amici per condividere la vita in modo reale, dialogando faccia a faccia, guardandosi negli occhi, abbracciandosi, così ripristinando un contatto reale umano che ci rende e ci fa restare umani. Sport, musica, vita sociale per ridurre lo stress, ritrovare la pace in sé stessi per rafforzarsi e diventare portatori di pace nel mondo, con sorrisi che accompagnano progetti concreti, positivi e propositivi, di cambiamento, con un equilibrio fra il pessimismo della ragione che, nella volontà, trova un ottimismo perenne come forza per perseguire obiettivi che siano realmente motivanti, in una visione in cui non si subisce la vita ma la si edifica sulla motivazione data dai propri sogni, accompagnata dalla forza di volontà che nella perseveranza è in grado di affrontare ogni forma di sacrificio.

10/2/2023

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