La storia del Calcio Napoli, dal 1904 ad oggi

Una festa, caratterizzata da pathos, emozione e straordinario fermento, Sancisce la rivalsa e il trionfo della città di Napoli, vincitrice dello scudetto. Non solo Napoli, ma anche Roma, Milano, Torino, Venezia, Bologna, Berlino, Parigi, Londra, Madrid, Barcellona, New York, Buenos Aires, Sidney, Taiwan, Sharm el-Sheikh partecipano al tripudio di un evento storico. È una storia affascinante, ricca di cadute e strabilianti riprese. La nascita del calcio a Napoli è datata 1904: William Poths, che lavora nella sede napoletana della Cunard Line, risoluto a importare a Napoli il football, fonda il Naples- Foot- Ball & Crickett Club. Nel 1906 questo diventa la Naples Foot- Ball Club con presidente Amedeo Salsi. Il blu e il celeste a strisce ne sono i colori e la prima partita è disputata contro l’equipaggio della nave inglese Arabik. Il Napoli vince per 3 – 2. Fino al 1912 la squadra è esclusa dalla partecipazione al Campionato Nazionale. Una sequela di rotture e intese crea diverse squadre cittadine, ma nessuna affronta con successo le eliminatorie meridionali. Nel 1926 un industriale napoletano, Giorgio Ascarelli, fonda l’Associazione Calcio Napoli e ne diviene il presidente. Due giorni dopo è fondato il Direttorio Divisioni Superiori, precursore dell’odierna Lega Calcio. La Società esordisce nella Divisione Nazionale 1926 – 1927. Le prime due stagioni terminano con il declassamento in sede inferiore. Il Napoli partecipa al primo Torneo di massima serie a Girone Unico, la Serie A 1929 /1930. Nel 1930 è edificato lo Stadio Vesuvio. L’allenatore della Società è il Mister William Garbut e il Napoli raggiunge il doppio terzo posto consecutivo nelle stagioni 1932/1933, 1933 /1934, e la qualificazione alla Coppa “Mitropa”. Quest’ultima è la più antica competizione calcistica europea per squadre di club. Nel 1936 entra in società Achille Lauro, armatore di successo che non procura giovamento al Club e, nella seconda metà degli Anni Trenta il valore della squadra decade fino alla retrocessione nella categoria inferiore 1941/1942. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Napoli partecipa alla Divisione Nazionale 1945/1946 e vince il Girone Misto Centro – Sud, riconquistando la massima serie. Torna in Serie B due anni dopo, retrocessa dalla CAF per illecito sportivo. La panchina è affidata ad Eraldo Monzeglio che riporta la squadra in seria A.  Malgrado i supporti forniti alla squadra da Achille Lauro, tra cui si distinguono Bruno Pesaola, Hasse Geppson, lo svedese che accende il Napoli e Luis Vinicio, brasiliano, il Napoli non va oltre il quarto posto, raggiunto nel 1952/1953 e nel 1957/1958. Nel 1959 è inaugurato un nuovo Stadio, inizialmente chiamato Stadio del Sole, poi Stadio San Paolo con un match tra Azzurri e Juventus terminato 2 – 1. Nel 1961 il Napoli torna in serie B, affidato a Bruno Pesaola detto el petisso che guida gli Azzurri alla conquista della Coppa Italia 1961/1962. Esordisce, altresì, in una competizione UEFA, la Coppa delle Coppe in cui raggiunge i quarti di finale. Nel 1964 il Club diventa la Società Sportiva Calcio Napoli, una società per azioni. Lauro acquisisce una quota cospicua delle azioni, il figlio Gioacchino entra tra i soci e Roberto Fiore ne diviene Presidente. Giocatori prestigiosi sono Dino Zoff, portiere, Antonio Juliano, centrocampista, Omar Sivori, brasiliano, attaccante, Josè Altafini, brasiliano, attaccante. Nel 1967/1968 la squadra conquista il secondo posto. Nel 1969 la Società, sull’ orlo del fallimento, è affidata all’ Ing. Corrado Ferlaino, che acquista Sergio Clerici, brasiliano, attaccante, Giuseppe Bruscolotti, difensore, Tarcisio Burgnich, terzino destro.  Il Napoli conquista due volte il terzo posto 1970/1971 e 1973/1974 e un secondo posto nel 1974/1975 grazie a Luis Vinicio. Nel 1976 il Club azzurro vince la Seconda Coppa Italia. Incostanti fortune definiscono la seconda metà degli Anni Settanta: il rendimento peggiora con l’undicesimo posto nel 1979/1980. Dopo uno scudetto sfiorato nel 1981 con tra i protagonisti, l’olandese Ruud Krol, difensore, nel 1984 avviene una svolta. Il Presidente Ferlaino acquisisce il campione argentino Diego Armando Maradona, trequartista, dal Barcellona per la cifra di quindici miliardi di lire. Questi sarà venerato come Il figlio di San Gennaro, simbolo ed eroe dello sport, contro le ingiustizie. Nel santuario del bar Nilo la sua statuetta è affiancata da quella di Pino Daniele che lo ritiene orgoglio della città. Nel 1987 il Napoli conquistail primo scudetto. Calciatori di notevole livello sono anche Bruno Giordano, attaccante, Salvatore Bagni, attaccante, centrocampista, Claudio Garella, portiere e Alessandro Renica, difensore. Il Napoli vince anche la terza Coppa Italia. Con nuovi calciatori quali i brasiliani Careca, attaccante e Alemao, centrocampista difensivo, consegue per due volte il secondo posto (1987/1988) e nel 1989 conquista il primo alloro internazionale, la Coppa UEFA. Nel 1990 con Alberto Bigon allenatore, acquisisce il secondo scudetto a cui fa seguito la vittoria della Super Coppa Italiana. Nel 1981 gravi traversie personali inducono Maradona a lasciare l’Italia. Negli anni seguenti il Napoli riscuote apprezzabili esiti come il quarto posto nel 1991/1992 e il sesto posto nel 1993/1994, allenatore Marcello Lippi. La crisi finanziaria costringe a cedere Gianfranco Zola, attaccante, Daniel Fonseca, attaccante, Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro, difensori. Negli anni successivi il Napoli conquista un settimo e un decimo posto. Consegue la finale di Coppa Italia nel 1996/1997, ma è sconfitto dal Vicenza. Il crollo toccherà il culmine nel 1997/1998, con l’ultimo posto in classifica e la retrocessione in Serie B. Nell’ agosto 2000 la squadra ritira la maglia n. 10, appartenuta a Diego Armando Maradona, ritorna in Seria A per retrocedere dopo un anno. Le modifiche societarie non arrecano vantaggi alla società. Alla crisi degli esiti si connette il contesto finanziario e nell’estate 2004 il Club fallisce, perdendo il titolo sportivo. Nelle settimane successive l’imprenditore cinematografico, Aurelio De Laurentiis, rileva il titolo sportivo e iscrive la squadra al campionato di terza serie. Nel primo anno la promozione è sfiorata, ma arriva solo nel successivo torneo, sotto la guida di Edoardo Reja. Dopo aver riacquisito la denominazione di Società Sportiva Calcio Napoli, nel 2007 il Club è promosso in serie A. Alla guida della squadra si avvicendano Roberto Donadoni e Walter Mazzarri, che riporta il Club nella UEFA Champions League, ventuno anni dopo l’ultima partecipazione. Negli ultimi dieci anni la Serie A è stata dominata dalla Juventus. Il Napoli ha, comunque, vinto diversi trofei, tre Coppe Italia, 2011/2012, 2013/2014, 2019/2020 ed una Super Coppa Italiana 2014/2015. Nel 2023 vince il terzo scudetto, per la terza volta è Campione d’ Italia sotto la guida di Luciano Spalletti. La città attende ciò da 33 anni, dal 1990, anno in cui con Maradona aveva riconquistato il Campionato. Uno dei protagonisti di questa stagione è il calciatore azzurro Khvicha Kvaratskhelia. La città è in visibilio, tra striscioni, bandiere, sciarpe, maglie, immagini dei calciatori a grandezza naturale ed altri gadget. Piazza Plebiscito si illumina di azzurro. Allo stadio Maradona, nella sala Champions, si tiene una festa scudetto con Gian Luigi Lembo di Anema e core, la band giunta da Capri. Tutti cantano O’ surdato ‘nnammurato. Come reagisce la città a questo immenso successo?  Con immenso amore. Napoli è l’altra Europa che la ragione cartesiana non può penetrare si legge in uno dei tanti striscioni che addobbano la città.

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