La zona di monte Echia, il primo insediamento dell’antica Grecia nella nostra città

Napoli, città il cui nome deriva dal greco “Nea Polis”, ovvero città nuova, fu edificata sulla collina di S.Aniello a Caponapoli, dove attualmente è situato il vecchio Policlinico e dove si possono ancora osservare numerosi reperti delle antiche mura della città Greca che fu concepita secondo i principi di Ippodamo da Mileto, il quale strutturava la città basandosi principalmente su tre strade principali e parallele fra di loro, definite decumani, ed una serie indefinita di stradine più strette che defluivano verso il mare (appunto per consentire alle acque piovane di scaricarsi in mare) dette cardini. La denominazione “Nea Polis” fa presupporre che questa fosse una città nuova rispetto ad una più antica, definita Palepolis ( Paleos = antica ; Polis = città)  ed è riferita all’antico insediamento di Monte Echia dove i Greci, provenienti dalla colonia di Cuma,  edificarono la città di Partenope in onore della sirena che, per la delusione di non essere riuscita a conquistare l’eroe greco Ulisse, scelse di lasciarsi morire proprio in questa zona, sull’isolotto di Megaride, l’isolotto dove attualmente è situato il Castel dell’Ovo e dove scorreva uno dei tanti rami del fiume Sebeto. L’insediamento fu realizzato dove si trova l’attuale collina di Pizzofalcone, e fu proprio qui che i Cumani fondarono la città di Partenope. In questo sito, ancora oggi, si possono ammirare alcuni resti di un antico tempio inglobato nella villa di Licinio Lucullo: un tempio in tufo giallo con alcune nicchie ben riconoscibili ed alcuni anfratti dove si pensa ci fossero i vari ingressi ad un Mitreo, tempio sotterraneo dedicato al Dio Mitra, e che sembra scendesse attraverso un sistema di cunicoli sotterranei fino alla spiaggia sita di fronte all’isolotto di Megaride. Il monte Echia, inoltre, offre un meraviglioso belvedere situato proprio nell’area antistante il “castrum lucullianum” dalla quale si può ammirare tutto il golfo di Napoli, dall’area della collina di Capodimonte, fino alla Zona vesuviana, dalla penisola sorrentina fino a punta Campanella, l’isola di Capri ed il resto del golfo fino al capo di Posillipo, dietro il quale si intravede il monte Epomeo dell’isola di Ischia, l’antica Pithecusa.

Dal lato opposto a Pizzofalcone, una serie di strette rampe portano a via Chiatamone, dove attualmente il lungomare ospita alcuni degli alberghi più prestigiosi della città e dove sorgeva l’antica fonte delle acque bicarbonato-alcaline-ferruginose nota ai Napoletani degli anni 50 come acqua “e’ mummare” perché veniva raccolta e distribuita in caratteristiche anforette di terracotta dette appunto Mummare, eliminate dopo gli anni 70 per l’evento del Colera nella zona del Napoletano. La zona di monte Echia conserva ancora un fascino indescrivibile e purtroppo non rientra tanto nei percorsi turistici della città, poiché è ancora presente il cantiere che doveva realizzare un ascensore che portasse al belvedere antistante la villa di Lucullo. L’auspicio che tale opera sia completata a breve fa sperare in una valorizzazione di un sito così importante e storico che testimonia proprio il primo insediamento dell’antica Grecia nella nostra città.

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