Il Premio Massimo Troisi incentiva gli autori emergenti

Ieri, 28 dicembre, nel corso della prima serata della XX edizione del Premio Massimo Troisi, sono stati assegnati i premi per la sezione “Migliore testo teatrale, sceneggiatura cinematografica e scrittura seriale di fiction televisive”, ovvero le categorie Autore emergente e il Premio Speciale della Giuria. La sezione è stata creata in sinergia con il Master di II livello in Drammaturgia e cinematografia della “Federico II”, presieduto dal prof. Pasquale Sabbatino, col fine di sostenere e valorizzare giovani autori esordienti:

«Da anni il Master in Drammaturgia e cinematografia afferma Vincenzo Caputo, membro del Comitato Scientifico del Master e presente alla premiazione– forma esperti di drammaturgia, curatori di testi scenici, autori e critici teatrali. A questo fine, nello stesso tempo, mira il Premio Massimo Troisi con la scelta coraggiosa e meritoria di assegnare ben due borse di studio ad autori emergenti. Valorizzare la scrittura delle giovani generazioni è, quindi, l’obiettivo principale di un Premio, il quale intende riconfermarsi come un importante appuntamento culturale ed artistico per la città».

Vincitori del premio Autore Emergente dell’edizione 2020 sono stati Giancarlo Piedimonte e Gianluca D’Agostino; a premiarli, durante la serata condotta da Titta Masi, i membri del comitato scientifico del Master federciano, prof. Vincenzo Caputo e la prof.ssa Giuseppina Scognamiglio. Durante la stessa serata, poi, è stato conferito anche il premio al miglior corto comico a Marco Rega con La ricetta di mammà.

Il Premio, quindi, si configura sempre più come un’opportunità, un palcoscenico attraverso il quale autori esordienti possono farsi conoscere al grande pubblico ed essere, dunque, valorizzati: un mezzo per convogliare energie creative ed artistiche che, altrimenti, potrebbero disperdersi per mancanza di supporto o, peggio, la possibilità di mettersi in luce. E’ opportuno, dunque, supportare iniziative di questo genere, per fare in modo che il discorso culturale, nelle sue molteplici espressioni, possa non solo continuare ma anche sbocciare, fiorire e, perché no, offrire i suoi frutti a un vasto e inatteso pubblico.

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