Ridiamo a Napoli ciò che è suo: il mare

Grafica del progetto “Il mare bagna Napoli” dell’architetto Luca Picardi

Intervista all’architetto Luca Picardi

Luca Picardi, napoletano, cervello in fuga a Parigi con la voglia di ritornare a Napoli per migliorare la sua città, svolge la professione di architetto a Parigi. Vincitore di diversi premi internazionali con il progetto Il mare bagna Napoli, ci illustrerà le potenzialità sociali ed economiche di una Napoli capace di offrire un accesso diretto al suo meraviglioso mare.

Perché Napoli ha un lungomare privo di un’effettiva fruibilità del mare?

Premetto che sono stato influenzato e meravigliato nel vedere le viste di Napoli nel ‘700, in particolare le vedute di Giovanni Carafa Duca di Noja, fantastiche per la bellezza della natura e del paesaggio che vi è rappresentato. Il mare a Napoli non è fruibile perché è stato deciso che il lungomare debba essere protetto dalle mareggiate. Si tratta di una scelta, tutto sommato, giusta ma è possibile ottenere lo stesso risultato anche attraverso altre tecniche, ad esempio utilizzare le scogliere sottomarine che consentirebbero il recupero di una spiaggia fruibile.

Come immagina il lungomare di Napoli?

Immagino una semplice distesa di sabbia che diventi come un grande parco pubblico, con un accesso al mare diretto, come a Nizza e a Barcellona. Oggi tutti si sforzano di trovare una funzione per il lungomare: la sua funzione, a mio parere, deve essere quella della promenade, della passeggiata. In tale senso occorrerebbe dare accesso alla spiaggia a partire da un’area pedonale e ciclabile.

Lei ha vinto diversi premi progettando tale idea. Me ne parli.

Il progetto è semplice: dare accesso al mare in una città di mare, dando la possibilità alle persone di godere di questo elemento naturale.

Che beneficio avrebbero i napoletani dalla realizzazione del suo progetto?

Avere l’accesso al mare significherebbe per i napoletani avere uno spazio pubblico immenso atto anche a ridurre la densità e l’affollamento del centro della città. Oltre alla possibilità di fare il bagno a Napoli senza doversi allontanare, la spiaggia sarebbe un luogo dove fare sport; dalla pallavolo al wind-surf, alla canoa, giusto per fare degli esempi, sul modello adottato a Nizza e Barcellona.

Le imprese ne trarrebbero vantaggio?

Sì, le imprese ne trarrebbero grande vantaggio poiché l’elemento naturale del mare, se sfruttato, costituisce una forte attrattiva per il turismo facendo fruttare economicamente tutte le attività collegate in termini di manutenzione ed indotto, portando nuovi posti di lavoro stabile nella città.

Quanto costa la realizzazione dell’opera? Quanto ci guadagnerebbe Napoli da questo tipo di cambiamento urbanistico?

Il costo dell’opera è qualcosa di tecnicamente fattibile, un investimento che avrebbe dei ritorni economici importanti. Sarebbe ora che Napoli si adeguasse agli investimenti delle altre città europee, concretizzando in modo stabile progetti per il futuro a lungo termine. La spiaggia a Napoli è un progetto fattibile in termini brevi.

Ci sono altre città che hanno avuto lo stesso problema? Come lo hanno risolto e quali vantaggi hanno avuto?

Barcellona aveva un lungomare non accessibile che è stato trasformato nella “Barceloneta”, il quartiere più frequentato nei week end, con una forte economia e una forte attrattività in termini turistici. Poi c’è Nizza con i suoi stabilimenti balneari.

Un pensiero libero sulla sua idea di ridare a Napoli la fruibilità del mare.

Questo progetto potrebbe essere una svolta al disfattismo e alla pigrizia, nell’ottica della realizzazione di un’opera che ha ampio consenso. Sarebbe ora di realizzarla. Bisogna lanciarsi su un progetto di sicuro successo per la città. La spiaggia a Napoli c’è sempre stata. È un elemento presente nella città e il progetto è come uno scavo archeologico che riporta alla luce ciò che già c’era ma è stato negato alla nostra città.

Ringrazio Luca Picardi con un’idea ben precisa: riportiamo il mare a Napoli.

15.02.2021

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