Il progetto Frontiere Creative dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Il Mar Mediterraneo come culla di civiltà che si incontrano e si contaminano e che, dialogando, possono dar vita a una rinascita culturale che costituisca la base di una fraterna convivenza ed integrazione fra i popoli, è un’idea tanto antica quanto moderna.

A cogliere il grande potenziale derivante dalla reciproca conoscenza fra culture diverse è l’Accademia di Belle arti di Napoli che, attraverso il progetto “Frontiere creative” punta sullo scambio interculturale fra artisti appartenenti a diverse discipline, come teatro, musica, pittura e fotografia, tutti appartenenti a paesi collegati all’area culturale multiforme del Mediterraneo.

Una serie di 5 incontri a partire da venerdì 4 giugno 2021 sulla Piattaforma Zoom per avviare un confronto fra le differenti attività di ricerca artistica svolte nei diversi paesi partecipanti.

L’iniziativa è a cura del prof. Enzo Gagliardi, docente di Scenotecnica, in collaborazione con Nera Prota, docente di Scenografia, e si pone come obiettivo la valorizzazione di un patrimonio culturale antico in una prospettiva volta alla elaborazione di un futuro in cui la convivenza pacifica fra popoli diversi possa iniziare proprio dalla reciproca conoscenza in campo artistico.

 «A chi tocca l’onere di elaborare nuovi modelli di convivenza umana? I sistemi sociali, culturali e religiosi creati durante la storia umana per rispondere alle sfide dell’esistenza, possono ancora essere utili per aiutarci ad affrontare il tempo che ci attende? Interrogandosi su questi temi – dicono i promotori – nasce il progetto Frontiere Creative, oggi più che mai come nel Rinascimento, la creatività, il sapere dell’arte deve riappropriarsi del ruolo centrale della società ed elaborare un nuovo modello di vita, per intravedere nuovi traguardi. La nostra stratificata cultura millenaria si è sempre basata sulla contaminazione dello straniero.»

In un mondo in cui la globalizzazione vede punti di contatto e di scambio fra i popoli in termini principalmente commerciali, l’iniziativa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli punta sull’interscambio culturale come motore del cambiamento creativo che porti ad un mondo nuovo, in cui la contaminazione dello straniero non viene vista come un pericoloso assalto alla identità di un popolo, ma un prezioso contributo di nuove conoscenze, esperienze e punti di vista che possono arricchire l’identità culturale del nostro paese, proprio come è già avvenuto nei millenni passati.

L’elaborazione di un nuovo modello di convivenza umana adatto ai nostri tempi non passa quindi attraverso una chiusura, un muro, che separa i popoli, ma passa invece attraverso un ponte di cui l’arte e la cultura costituiscono elementi fondamentali.

L’iniziativa riporta ad un dibattito più complesso, cioè se scegliere di gestire la globalizzazione culturale in modo chiuso, attraverso muri identitari, che separano il concetto di “noi” da “loro”, oppure scegliere un modello di gestione della globalizzazione culturale aperto, in cui siamo tutti fratelli, ed esiste solo un “noi”, fatto di culture che si incontrano e che si abbracciano senza perdere la propria identità, ma aprendosi ad influssi nuovi che arricchiscono la nostra identità.

05.08.2021

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