Pace sociale 7/11: sette elementi di un dialogo per la pace

Per difendere la pace interore, dell’individuo, ed esteriore, fra gli individui, contano tre elementi fondamentali: non solo la ragione, che governa solo il 5% dell’azione umana, ma conta soprattutto il cuore, come sede delle 5 emozioni fondamentali e dei sentimenti, che governa il 95% dell’azione umana, tenendo conto infine di quelle pulsioni subconscie studiate in particolar modo da Carl Gustav Jung nel Libro Rosso, pulsioni delle quali l’uomo è inconsapevole e sulle quali non ha controllo, ed infine l’anima umana, che si ricollega a tutte le credenze, gli usi, i costumi ed i valori fondamentali dell’essere umano. In un discorso complesso, in tale articolo sintetizzato, si tratta di stabilire un equilibrio delle tre componenti dell’uomo capace di stabilire un controllo razionale delle proprie scelte, stabilendo una consapevolezza ed un autocontrollo delle proprie emozioni, tenendo conto che su tali elementi l’anima ha un ruolo fondamentale, dato che i valori morali altro non sono che quelle leggi che l’uomo segue in modo autoimposto e pertanto sono le leggi interiori che realmente l’uomo si impegna a seguire in concreto, visto che si impegna a rispettarle a prescindere da qualsiasi forma di controllo esterno. Si tratta quindi di difendere dentro sé stessi la pace, in modo tale da non essere turbati dagli eventi esterni ed in tal modo essere veramente liberi, in primo luogo dai propri schemi mentali ed emotivi, in modo tale da arrivare ad un equilibrio razionale, emotivo e spirituale, come base di un sereno dialogo che porti la pace. Di fatto è un processo di crescita, di presa di consapevolezza, in base al quale chi conquista la pace in sé stesso può poi propagarla con la sua vita: con pensieri, parole, opere ed omissioni cioè con un comportamento che concretizzi la pace. Ciascuno di noi può, nel suo piccolo, diventare un costruttore di pace e a tal fine è utile leggere alcune frasi di Madre Teresa di Calcutta, insignita del premio Nobel per la pace nel 1979, motivato dal suo “impegno per e fra i poveri” e per il “rispetto del valore e della dignità di ogni singola persona”. Nelle sue parole un vademecum per la pace concreto, pratico, parole semplici e profonde, dove la pace si costruisce amando la propria famiglia, sorridendo a chi non vorresti sorridere per amore della pace, parlando di bontà, bellezza ed amore a tutti, e guardando negli altri ed in ogni cosa il lato bello, e specialmente la perseveranza nell’impegno di lottare affinché l’ottimismo della speranza diventi realtà, attraverso azioni positive e propositive di un cambiamento nel senso di una rinascita personale e collettiva nel segno della pace.

Post filosofici, che riportano al pensiero classico di Terenzio “sono uomo e nulla di ciò che è umano mi lascia indifferente”, sono riferimenti fondamentali per chi voglia realmente costruire la pace in concreto e difenderla giorno per giorno, poiché i diritti, la libertà e la pace vanno promossi, costruiti e difesi giorno per giorno.

Si tratta di lottare e di vincere quello spirito di prevaricazione insito in ciascun essere umano che nella storia, come maestra di vita, porta solo ad un linguaggio egoistico ed indifferente portatore di divisioni e con esse conflittualità politiche, economiche e sociali, usando sempre lo stesso strumento, la propaganda, nelle sue forme più varie, laddove nel passato la pace era turbata da urlatori portatori di divisioni nelle pubbliche piazze, con l’avvento della stampa da teorie che altro non sono che falsificazioni della storia, fino ai disastri causati dalla radio e dalla tv durante il corso del ‘900.

La propaganda genera distrazioni continue, divisioni conflittuali, stressante fretta, ansia, rumore e caos nel quale si muovono disparati interessi, così come la pace fa silenzio, trova spazio per riflettere, e porta ordine ed equilibrio con idee, progetti e visioni positive e propositive concrete, caratterizzate dalla parola giustizia.

Le guerre fanno il rumore tipico del conflitto che sorge da ogni forma di divisione, la pace fa silenzio tipico dell’unione come incontro personale, dialogo vero, tangibile, come un sorriso faccia a faccia, seduti ad un bar e di un abbraccio possibile solo se si ripristina un reale contatto con la realtà delle cose, un contatto reale, tangibile, concreto con gli universi complessi contenuti nella vita di ciascuna persona, universi che ruotano su rotte che non diventano di scontro e di collisione se sono rotte che seguono un dialogo caratterizzato da sette elementi : sincerità, rispetto, ascolto, comprensione, empatia, tolleranza e pazienza.

6/2/2023

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