Pace economica: se tutto ha valore, il rifiuto e lo scarto non esistono

La nuova visione economica di cui Napoli è centro nevralgico porta ad una reinterpretazione del capitalismo in chiave moderna, passando dalla logica dello sconto win-lose alla logica collaborativa dei giochi win-win, che il “Teorema di Nash” ed il suo corollario “Il dilemma del Prigioniero” hanno dimostrato matematicamente essere logica superiore, poiché se lo scontro genera una società di vincenti e di perdenti, la collaborazione fa vincere tutti in un gioco di equilibrio. La natura, per chi è credente, è lo specchio dell’opera del Creatore e le leggi che la governano sono leggi universali. Una di queste leggi è quella per la quale in natura il rifiuto non esiste.

Se la natura non crea rifiuto, significa che niente in natura è un rifiuto  e cosi cade la società dello scarto, quella pseudo-filosofia che, così come ha ridotto le cose ad un rifiuto, cosi ha ridotto l’uomo ad una cosa cioè ad un fattore di produzione, così degradando la figura dell’uomo ad un valore attribuitogli sulla base di meri parametri economici di efficienza, efficacia ed economicità nel produrre denaro con una lesione della dignità dell’essere umano, una pseudo-filosofia dove il male non è più banale ma normale e che chi scrive definisce come la “normalità del male”.

Questo passaggio logico è fondamentale in un mondo in cui la legge del mercato per eccellenza, quella per cui “la domanda crea l’offerta”, se affiancata al potere dei social e alle ultime tecniche di marketing, porta ad una distorsione della percezione del valore delle cose, per cui si arriva al paradosso che se domani il noto quadro di Leonardo Da Vinci “La Gioconda” venisse percepito come brutto, con un crollo della domanda, le leggi del mercato porterebbero alla svalutazione della Gioconda a favore di altri beni ad alta domanda, ad esempio un pelo pubico, garantito originale, di Diego Armando Maradona.

Questo processo di distorsione della percezione delle cose, se applicato alle persone, porta alla società dello scarto, dove le persone non hanno valore di per sé stesse ma hanno un valore basato sui parametri economici di efficacia, efficienza ed economicità. In tal senso, ad esempio, i bambini e gli anziani, valgono poco poiché producono poco e consumano molto e contano solo i giovani che producono molto e costano poco.

Tale pseudo-logica è la negazione dei diritti umani fondamentali, poiché l’essere umano non ha più un valore assoluto, intrinseco ed inalienabile, ma ha un valore relativo alla sua produttività. Si tratta quindi di invertire un trend mentale distorto dal marketing, riportandolo alla sua naturale percezione in cui ogni oggetto, ogni essere umano, ogni cosa esistente è unica ed irripetibile e pertanto ha dignità e valore intrinseco  e come tale va rispettata, ed il rispetto è la base della pace.

Tornando all’esempio, girare per gli stand della “Fiera del baratto e dell’usato” è una esperienza che permette di comprendere come l’economia circolare basata sul riutilizzo come riutilizzo, riuso e riciclo degli oggetti non solo è il modello economico del futuro, ma ottimizza non solo l’economia , ma il sistema politico, economico e sociale nella loro interconnessione generando un gioco collaborativo dove tutti vincono e si produce benessere diffuso ed equamente condiviso, un commercio equo e solidale dei piccoli, come base di una nuova economia globale, una visione dove, unendo le idee ed i progetti, non solo si salva il pianeta, ma la politica del dialogo, il diritto, l’economia e la società a partire dalle famiglie, in una visione di pace globale duratura nel tempo.

12/12/2022

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