Averno e il premio Nobel Louise Glück

Napoli e la Campania hanno da sempre affascinato artisti provenienti da tutto il mondo, non solo per le bellezze naturali di cui sono ricche ma anche e soprattutto per il legame intrinseco che queste ultime stringono con la storia e la cultura del territorio stesso.

Tra i vari artisti, impossibile non citare Louise Glück, nata nel 1943 da una famiglia di immigrati ebrei ungheresi e cresciuta a Long Island, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2020, per la sua «inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale». Si tratta di una scrittrice la cui poetica è ricca di riferimenti al mondo classico e ai miti greco-romani, uno stile caratterizzato da elementi raffinati e miscelato a temi come l’infanzia, la solitudine, la famiglia, la morte e il viaggio interiore.

Delle 12 raccolte di poesie pubblicate solo due sono giunte in Italia e una di queste è approdata a Napoli grazie alla traduzione e alla pubblicazione da parte della celeberrima casa editrice napoletana Dante & Descartes. Si tratta di Averno, opera in cui si esplora sia il concetto di mente sia quello della frattura dell’anima.

L’opera è una riscrittura del mito di Proserpina, già fonte di ispirazione per numerosi artisti, tra i quali ricordiamo Gian Lorenzo Bernini e la sua opera esposta nella Galleria Borghese di Roma. La storia narra della figlia della dea Cerere, rapita dal dio Plutone che la trascinò con sé negli inferi il cui ingresso, secondo le credenze dell’epoca, era collocato proprio a Pozzuoli nell’attuale lago vulcanico Averno, vicino al sito archeologico di Cuma.

Il mito di Proserpina è antichissimo e complesso, la stessa divinità ha diversi nomi e il suo culto è legato al mondo rurale e all’oltretomba, una divinità ambivalente che rappresenta l’alternarsi delle stagioni, della vita della terra che si rigenera con i cicli stagionali.

Nonostante secondo gli studiosi il ratto sarebbe avvenuto presso le pendici dell’Etna, la poetessa intitola l’opera Averno, esattamente come i poeti romani e classicheggianti usavano indicare gli Inferi.

Ancora una volta, quindi, Napoli e la Campania si vedono al centro di un importante discorso artistico – culturale e ciò grazie anche ai piccoli grandi imprenditori partenopei che riescono con successo a generare importanti occasioni per la città, illuminando con maestria quanto realizzato da artisti ispirati dalla bellezza della nostra meravigliosa terra partenopea.

22.11.2020

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