Non è certamente possibile stabilire la data di nascita della pizza. Essa trae quasi certamente origine dal pane che l’uomo preparava in casa macinando il grano con sistemi primitivi e cuocendo la sua “stiacciata” tra due pietre. C’è qualcuno che addirittura data la sua nascita al 3000 A.C. in seguito ad alcuni ritrovamenti in Sardegna dove già era conosciuto il lievito. Sicuramente la pizza ha origine antichissima, c’è chi la fa risalire al tempo degli Etruschi, anche se per forma e sembianze  ricorda vagamente  la  pizza di oggi.  Il termine pizza deriverebbe da “pinsa” voce latina del verbo “pinsare” che significa schiacciare, pestare. Anche i Greci preparavano dei dischi di pane chiamati “plakous”. I Persiani anche, cucinavano qualcosa di simile, utilizzando come forma gli scudi per la cottura. Gli Egiziani e i Romani che conoscevano il lievito, iniziarono ad utilizzare farine ottenute da vari cereali per cuocere i dischi di pasta nel focolare domestico. Per collocare la pizza a Napoli, dobbiamo arrivare al seicento. Napoli, splendida capitale del Regno Spagnolo, preparava una specie di focaccia senza pomodoro condita con  aglio, strutto e sale grosso nella versione economica e con caciocavallo, basilico, pepe e ciccioli  detta “mastunicola” nella versione più ricca. Solo nel 1800 qualcuno ebbe l’idea di stendere il pomodoro sulla pizza ed eccoci arrivati alla fatidica data del 1889 quando i sovrani d’ Italia, Umberto I° e sua moglie Margherita, in visita a Napoli assaggiarono in quella occasione una pizza preparata dal più grande pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito : la pizza richiamava i colori del vessillo italiano, rosso il pomodoro, bianco la mozzarella e verde il basilico. Fu dedicata alla regina Margherita e prese il suo nome. Fino al 900 la pizza e le pizzerie rimangono un fenomeno prettamente napoletano, poi gradualmente italiano.

Nel secondo dopo guerra, sull’onda  dell’emigrazione  si propagò nell’Italia settentrionale, ma solo dopo la seconda guerra  mondiale, diventa un fenomeno mondiale. La pizzeria più antica di Napoli, nata nel 1830, è la pizzeria Port’ Alba, aperta ancora oggi. Le regole per una buona pizza napoletana sono : deve essere cotta nel forno a legna, alla temperatura di 485°C per 60-90 secondi. La base deve essere fatta rigorosamente a mano senza usare  mattarelli e mezzi meccanici. I pizzaioli napoletani fanno la forma della pizza con le  mani facendola “girare” con le  dita. Ancora un’altra regola : il disco non deve superare i 35 cm di diametro.

In conclusione dobbiamo dire che, negli anni sessanta, le pizzerie si moltiplicarono praticamente in tutto l’Italia e nel giro di pochi anni in tutto il mondo. Dalla Cina al Medio Oriente, dall’Europa dell’Est  all’America del Sud tutti non possono farne a meno. Da poco in campo la candidatura  dell’arte dei pizzaioli napoletani come patrimonio dell’UNESCO. Difficile immaginare un riconoscimento diverso per un piatto con una storia del genere.

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