Quando la scuola si fa portatrice di speranza –

«Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza. /”Speranza a buon mercato!” Per un soldo ne darei ad un solo cliente quanto basta per sei. /E alla povera gente che non ha da campare darei tutta la mia speranza senza fargliela pagare.»  (Gianni Rodari)

La speranza, dal latino sperare, indica l’attesa di un cambiamento futuro in bene, in meglio. Un cambiamento verso il quale oggi, più che mai, aspiriamo tutti, in un tempo di incertezze, di paure, di smarrimento. Sperare vuol dire non perdersi d’animo, guardare oltre le difficoltà ed affrontare il domani con la forza e l’audacia che ognuno riserva dentro di sé. Vuol dire infondere coraggio nel prossimo, tendendo la mano verso chi è maggiormente fragile o esposto al rischio. È quanto ha messo in opera il maestro Tonino Stornaiuolo, docente campano della scuola Primaria “Dalla parte dei Bambini”, per i suoi piccoli allievi: nei vicoli dei Quartieri Spagnoli di Napoli, quando tutte le scuole della città hanno visto di nuovo chiudersi i propri cancelli e gli alunni perdere la tanto desiderata quotidianità scolastica, il meastro Stornaiuolo ha voluto portare speranza.  Ha deciso di non spezzare il contatto vivo e autentico con i suoi alunni. Ha fatto ricorso a quella forza che aveva dentro di sé per lanciare, forte, il messaggio ai suoi allievi ed ai loro genitori che la scuolanon molla, resiste e non abbandona. Ha trasformato la Dad trasferendogli quella umanità e quel calore necessari ed indispensabili in un rapporto tra docente e discente che è fatto di relazione, di sguardi, di condivisione, di empatia e di conforto. Lo ha fatto con una tale semplicità ed immediatezza, propria di chi fa del proprio lavoro una missione: munito di poesie di Gianni Rodari e di mascherina, si è recato nei vicoli dove abitano i suoi studenti che, affacciati ai balconi, hanno riprovato la gioia di una lezione face to face.                                         E così la Dad è diventata Dab, didattica ai balconi. Una didattica che, come ha affermato l’ideatore di tale meritevole iniziativa, non ha lasciato sospeso il lavoro iniziato all’interno delle classi, questa volta, però, non attraverso uno schermo, che troppo spesso isola e che in certi contesti non è in possesso di molti, bensì attraverso un rapporto ravvicinato, seppur a distanza e con le dovute precazioni.                                                                                                                                  Senza dubbio, una scuola fuori dalla scuola quella del maestro Stornaiuolo e di tutto il team dell’Istituto scolastico, dove i famigerati compiti di realtà si tramutano in didattica diffusa, vale a dire una didattica che vede in ogni spazio, piazza, bottega, palazzo o vicolo, un luogo di scambio e di trasmissione del sapere; una didattica dove «una bottega dell’artigiano che fa i conti può diventare l’aula di matematica, la piazza quella di geografia», come afferma il maestro Tonino. La lezione ai balconi è stata incentrata sul tema della libertà: attraverso la letturadei testi Teledramma e La fuga di Pulcinella di Rodari, i bambini hanno potuto ragionare insieme al proprio insegnante su quanto sia importante sentirsi liberi, anche in tempi come questi, con la sola immaginazione. Una discussione che ha subito stimolato la fantasia dei piccoli allievi i quali, a dire del loro docente, hanno paragonato la libertà ai propri pensieri immaginari più belli.                         Un messaggio forte e concreto quello che ha voluto lanciare il maestro Stornaiulo, quello di permettere ai bambini di credere che, nel rispetto delle regole, è ancora possibile condividere momenti di crescita comune, con l’entusiasmo di sempre e con la libertà nel cuore. Lo ha sottolineato in una sua dichiarazione nella quale ha affermato: «Vengo ora stanco ma super carico dalla giornata di Dab – didattica ai balconi. La bellezza di vedere i bambini felici, di narrare con e per loro nelle strade, nei vicoli, dai balconi è stata enorme; l’emozione e la gratitudine dei genitori, incontrollabile. Ma sono io che ringrazio loro. Abbiamo letto Rodari con la gente che si affacciava dai palazzi e dai bassi. Eravamo distanziati, mascherati, pochi e nella più totale sicurezza. La situazione attuale è delicata e seria, ma noi dobbiamo mostrare ai bambini che le difficoltà, insieme, possono essere superate. Lasciamo loro sperare e credere che piccoli gesti di condivisione sono ancora possibili. È un tempo difficile, dove l’incertezza e paura la fanno da padrone; facciamo di necessità virtù. A distanza, da soli, ma nulla è perduto».                                                                         

Hai ragione Maestro Tonino, nulla è perduto se ci facciamo portatori di speranza, come ci insegna l’intramontabile e sempre attuale Rodari. Grazie, a nome di tutti noi docenti, per essere stato esempio esemplare di ciò che è Scuola. Grazie per aver ricordato a tutti, con la semplicità del tuo gesto, che la scuola è vita, è presenza, è emozione. Una responsabilità, questa, che ognuno di noi, in qualità di educatore, non può e non deve mai dimenticare, che sia in classe, per strada o dietro ad un computer.

28.11.2020

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