La nuova stagione sboccia e quest’anno coincide con le giornate dedicate al ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Il 19, 20 e 21 marzo sono date riconosciute ufficialmente per commemorare fatti legati alla scomparsa di persone innocenti, vittime della mafia e della camorra. Sono questi i giorni dedicati alla memoria e all’impegno in ricordo di chi è stato strappato alla vita perché combatteva per la giustizia e per la libertà, oppure “per errore”; a causa di un male che affligge ancora e tutt’ora, insinuandosi nella società in molte parti del mondo. Borsellino diceva che della mafia bisogna parlarne sempre ed in vario modo. È necessario parlare della mafia e far conoscere questa parte della storia affinché tutti e specialmente i giovani studenti acquisiscano coscienza insieme alla conoscenza perché questi, ovunque essi siano, sappiano riconoscerla e combatterla, anche laddove si cela nell’ombra. È risaputo che la mafia non è un fenomeno unicamente legato alle regioni d’origine, si estende in ambito nazionale ed internazionale. La mafia non ha ideologie, ma solo il fine del profitto, da attuare a qualsiasi costo con la violenza, con la sopraffazione, con l’assoggettamento dei cittadini al loro volere, approfittando del singolo individuo e delle sue debolezze. Quello mafioso è un metodo che si è diffuso ben oltre quelle che sono le organizzazioni criminali: attua la corruzione attraverso reti di interesse e lobby economico-politiche. La mafia non si avvale solo delle situazioni più svantaggiate, ma lucra e si serve anche di quelle relative ad aziende fiorenti e fa leva su relazioni dell’imprenditoria. Questo deve mettere in guardia, perché quando non c’è violenza apparente, non vuol dire che il fenomeno non ci sia. Proprio laddove non si vede violenza esplicita c’è il rischio che venga meno la consapevolezza e la messa in campo di forze che possano contrastarla efficacemente. Soprattutto in questo periodo di pandemia, che ha seminato sofferenza e prodotto disagi a livello economico e sociale, è necessario alzare la guardia; perché per le mafie e la criminalità organizzata si prospetta una grande occasione per penetrare ancor di più nell’economia sana e nel tessuto politico-amministrativo. È dunque ancor più urgente adesso alzare il livello di impegno e consapevolezza. Le istituzioni scolastiche rappresentano, quindi, strumenti strategici e fondamentali per radicare questa memoria fra le giovani generazioni, promuovendo la cultura della giustizia e della legalità. L’educazione alla legalità costituisce un valore irrinunciabile per la formazione di tutti i cittadini poiché sta sempre a questi ultimi scegliere se stare dalla parte della legalità o dell’illegalità.

Per tutto ciò, questi sono giorni da ricordare.

A partire dal 1996, l’Associazione Libera di Don Luigi Ciotti celebra La giornata della memoria e dell’impegno, per ricordare tutti i nomi delle persone uccise dalla mafia, recitando i nomi e i cognomi, come un lungo rosario civile, per restituire dignità a chi non c’è più ed esprimere vicinanza ai familiari che restano; non dimenticando alcuna delle vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere. Don Ciotti, Presidente di Libera, quest’anno a Grugliasco, dal piazzale de La casa della Musica intitolata a Peppino Impastato, ha pronunciato parole intense e determinate, finalizzate alla conclusione di un percorso per attuare una rete totale, radicale e rigenerante al fine di vincere definitivamente sulle mafie. È necessaria continuità, condivisione e corresponsabilità, a partire dal semplice cittadino fino alla magistratura, alle forze dell’ordine, al governo e alla politica: perché si denunci sempre la presenza delle organizzazioni criminali sui territori. «I mafiosi non sono né imprendibili, né invisibili, né invincibili!». Lo slogan di Libera per la XXVI giornata ha preso in prestito l’ultimo verso dell’Inferno dantesco, “A ricordare e riveder le stelle”, a significare soprattutto l’uscita dal buio per volgere lo sguardo verso un cielo sgombro da nuvole e finalmente libero, avere una visione d’insieme per costruire un futuro che può e deve essere migliore.

23.03.2021

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