Il più grande spettacolo dopo il Big Bang siamo noi!

La dimensione della noia, sperimentata in questi tempi per gli ultimi accadimenti, può diventare, a mio parere, una occasione di riflessione per noi stessi e su noi stessi.

La clausura può togliere il fiato, può annichilire le ali, può rallentare i pensieri, può trasportare in un lento  ‘clock’….oppure può diventare una grande rivoluzione!

Ne parlavo in una sessione live con i miei piccoli alunni. “Vi annoiate? Benissimo…è il momento dell’esplosione dei pensieri, della creatività, del ‘mettersi in gioco’, di sperimentarvi in nuove attività, di ripensare al valore del tempo e di ridimensionare la fretta, di riscoprire il calore familiare ma soprattutto di scoprire voi stessi!”.

Cosa succede quanto entra in gioco quella sofisticata capacità di tenere duro e ‘sopravvivere’, costi quel che costi?

Mai come in questi tempi ‘restrittivi’ abbiamo, forse, sperimentato i più grandi viaggi con noi stessi, abbiamo visto nuovi orizzonti, siamo scesi nel profondo più intimo delle nostre emozioni, parlando ‘a tu per tu’ con fragilità e paure, abbiamo rincorso sogni e fantasie per catapultarci in altre dimensioni.

Mai come in questi tempi ‘chiusi in casa’ abbiamo messo sotto braccio la noia come migliore amica dei minuti e delle ore, alla ricerca dell’essenziale, togliendo fronzoli e spogliandoci di cose inutili.

Mai come in questi tempi ‘rintanati’ la resilienza è diventata una potente arma per sintonizzarci con noi stessi e per capire che “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang siamo noi”.

Sì, siamo noi! Noi siamo un mondo da scoprire…ed ora abbiamo molto tempo per farlo!

Chiudo, a questo proposito, con una storiella di Bruno Ferrero:

Il filo di cotone

C’era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. “Sono troppo debole per fare una corda” si lamentava. “Sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte… Ah, se fossi un filo d’oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!”.
Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: “Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un’idea: facciamo qualcosa noi due, insieme! Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un pò di calore e un pò di luce. È meglio illuminare e scaldare un pò piuttosto che stare nel buio a brontolare». Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell’oscurità ed emanò calore. E fu felice”.

Now! Ora è il momento della rivoluzione…dell’esplosione. È il momento di brillare nell’oscurità!

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